CONVERSANDO CON GLI AUTORI #7: Intervista a Caroline Vermalle

Un abbraccio la sera, quando torna a casa. La cioccolata calda. E le note di una vecchia canzone carica di ricordi lontani.
È semplice. Chiudete gli occhi, lasciate correre l’immaginazione e le troverete anche voi. Riuscirete a dirmi quali sono le piccole cose che vi regalano un attimo intenso di gioia.
Si sviluppa attorno a questa semplicità spesso sottovalutata, la storia narrata da Caroline Vermalle, scrittrice francese, nel romanzo La felicità delle piccole cose (Feltrinelli, traduzione di Monica Pesetti, pagg. 218, 15 euro).



Roofs under snow. Gustave Caillebotte
 
Sullo sfondo di una Parigi incantata, avvolta nella neve che cade copiosa, si scopre a poco a poco la storia di Frédéric Solis, avvocato di successo con una grande passione per i quadri impressionisti. L’esistenza, vuota e solitaria dell’uomo, verrà sovvertita dall’arrivo di una strana eredità: alcuni biglietti e una mappa che lo condurranno sulle tracce del proprio passato. Una favola moderna sull’importanza dei legami affettivi e sulla riscoperta delle piccole gioie quotidiane.

Quando e perché ha deciso di diventare una scrittrice?
Avevo otto anni. Contemporaneamente ho deciso che sarei stata un’esploratrice, una regista, un’arredatrice e un’archeologa. Oggi ho 41 anni, ho spuntato un po’ di cose di questa lista ma non ho ancora finito.


Com’è nata l’idea di scrivere La felicità delle piccole cose?
Mi trovavo nel giardino di Giverny, un giorno all’alba, sola. La mia fervida immaginazione non ha potuto fare a meno di pensare che Claude Monet fosse lì e mi stesse parlando. Da quel momento in poi, sapevo che avrei scritto su di lui.

Nel romanzo sono presenti numerosi riferimenti agli Impressionisti. Come si è documentata?
Precedentemente ho lavorato in ambito televisivo e ho prodotto una serie della BBC dedicata agli Impressionisti. Ho passato mesi a fare ricerche, sono andata in tutti i luoghi nei quali erano vissuti gli Impressionisti – sono state fatte riprese lì o, in alternativa, sono stati ricreati appositamente da un team di scenografi. È stata un’esperienza importante, che mi ha dato una conoscenza degli Impressionisti che non avrei mai avuto se avessi semplicemente letto dei libri... e anche del materiale sul quale scrivere: molti di questi posti sono descritti ne La felicità delle piccole cose.

Frédéric Solis, il protagonista principale, è quasi ossesionato dai dipinti impressionisti che hanno come soggetto i paesaggi innevati. Quale tra i pittori appartenti al gruppo dei così detti Les Refusés preferisce?


Come personaggio, preferisco decisamente Claude Monet, per la storia della sua vita, la personalità e perché ci ha lasciato non solo dei quadri –e che quadri!- ma anche un giardino, un’idea di bellezza vivente che va oltre l’arte stessa. Se parliamo strettamente solo di arte, preferisco Edoard Manet. Ma non ha mai riprodotto paesaggi innevati…quindi Monet, Pissaro e Sisley che sono anche i veri protagonisti del mio romanzo.
 
La gazza. Claude Monet
 
Parigi è lo scenario principale del romanzo. È descritta come una città incantata e caratterizzata da un’atmosfera unica. Se dovesse consigliare un posto non turistico, poco conosciuto, quale sarebbe?
Parc des Buttes Chaumont. In qualsiasi stagione, sia che sia bello o brutto tempo, la mattina presto, durante la settimana, quando non c’è nessuno. È davvero un posto magico.
 

 Parc des Buttes Chaumont
 
 Sta lavorando a un nuovo progetto? Può darci qualche dettaglio?

Non posso parlare del progetto al quale sto lavorando dal momento che sono davvero superstiziosa! Ma posso parlare del mio nuovo libro: è ambientato in una piccola cittadina di mare, in Francia, e racconta l’improbabile storia d’amore tra un meccanico e una violoncellista che uniscono le forze per salvare un vecchio cinema. Questa volta a ispirarmi non sono stati gli Impressionisti ma i meravigliosi film francesi degli anni ’30. Si intitola Nostalgia of Happiness e credo che i lettori che hanno amato La felicità delle piccolo cose, apprezzeranno anche questo libro.     

Intervista e traduzione di Francesca Marson
 




9 commenti:

  1. E' tantissimo che voglio leggere questo libro!!!
    Bellissima intervista!!!!

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    1. Grazie del commento Hilly! Da quello che posso capire, leggendo le tue recensioni e cercando di dedurre i tuoi gusti, "La felicità delle piccole cose" potrebbe piacerti molto :) Tra l'altro è una lettura perfetta, ora che si avvicina il periodo natalizio. Da fare sotto l'albero di Natale... è ambientata in quel periodo. Se lo leggerai, fammi sapere come ti è sembrato!

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  2. Questo libro potrebbre proprio piacermi! :) Fa venire voglia di partire per Parigi..ma anche semplicemente di neve e di cioccolata calda! Penso che le vacanze di Natale siano un ottimo periodo per questa lettura! :D

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  3. Bellissima intervista. Dev'essere un libro da leggere con una tazza di tè allo zenzero ;)

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    1. Grazie mille Francesca! Direi che anche una bella cioccolata calda non sarebbe male ;)

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  4. Un nuovo libro parigino... Una città che provoca sentimenti contrastanti... Contrasto che provo pensando anche agli impressionisti... Quante volte mi sono fermato a guardare le Ninfee arricciando il naso alla ricerca di un ragionamento che non arriva mai...

    Parigi, come gli impressionisti, è un pensiero che suona continuamente in testa... alcune volte si intona con lo sguardo e la melodia affascinante ti lascia incantato... altre volte stride fino a che non distogli gli occhi...

    Questo libro però parla delle piccole gioie quotidiane... questo dettaglio è la linea melodica di un flauto dolce in una sinfonia... nulla è così bello come vivere la nostra semplicità...

    Inutile dire che questo libro sembra meraviglioso... già segnato come regalo di natale da fare a qualche persona cara...

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  5. Il libro l'ho finito di leggere da poco (l'ho letto tutto il giorno di Natale) ed è davvero delizioso. Inoltre mi ha dato un bellissimo spunto per un progetto che sto portando avanti nelle scuole

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    1. Grazie per il commento 😊
      Il romanzo ha diversi spunti di riflessione interessanti.
      In che cosa consiste il tuo progetto? Ha a che fare con la "mappa del tesoro" descritta nel libro?

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