Giovedì 5 Marzo, Santa
Margherita Ligure.
Primo appuntamento con Dentro
le Storie, un ciclo di incontri con cinque voci importanti del panorama
letterario italiano. La rassegna, curata da Michele Vaccari in collaborazione con il comune di Santa Margherita
Ligure, è stata aperta da Antonio
Manzini, scrittore best seller che ha dato vita al controverso personaggio
di Rocco Schiavone.
L’incontro, tenutosi nei
locali di Spazio Aperto, punto di riferimento della cittadina per gli
eventi culturali, ha esplorato le varie tematiche presenti nei tre romanzi di
Manzini - Pista nera, La costola di Adamo e, l’ultimo, Non è stagione - che vedono
protagonista indiscusso il per nulla ortodosso vicequestore.
Un
personaggio pieno di zone oscure, come lo ha definito lo
stesso Manzini, Rocco Schiavone, ormai giunto alla terza indagine, si trova
sempre ad Aosta, confinato in
quell’esilio che lo ha portato lontano dalla sua città, Roma, e che lo costringe a confrontarsi con un ambiente ostile e
sempre più nero.
Uno scorbutico, un poliziotto sui generis che scardina un elemento base della
democrazia, unendo, nella sua persona, la parte inquirente e quella giudicante,
diventando quindi, al tempo stesso, poliziotto
e giudice.
Nato a Trastevere negli anni ’60, precisa Manzini, Schiavone è un cafone, ma non
coatto. È un romano vero, spiega l’autore, e non un trapiantato. Si porta dentro Trilussa, Belli, quel tipo di
romanità che oggi sta sparendo.
Non
amo parlare degli eroi senza macchia e senza paura, anche perché io non ne ho
mai conosciuti e quindi non saprei come raccontarli. Come esseri umani abbiamo
tutti zone spaventosamente oscure che, spesso, nascondiamo anche a noi stessi.
A me è là che piace andare a vedere, indagare.
Michele Vaccari e Antonio Manzini
Traspare, inoltre, nelle pagine dei romanzi di Manzini, un
grande rispetto per il lettore. Il protagonista, Rocco, a differenza delle
altre figure che popolano il suo universo, non viene mai descritto nei minimi
dettagli dallo scrittore.
Non
descrivo mai Rocco. È il protagonista e mi piace che il lettore se lo immagini
come preferisce.
Così come, pagina dopo pagina, disseminati tra le righe,
sono forniti tutti gli elementi per la risoluzione del caso.
È un
gioco che facciamo insieme, il lettore ed io. Non mi piacciono quei romanzi in
cui si legge e, di colpo, c’è la sorpresa: l’assassino è Pino. Ma chi è Pino?!
Oppure esiste un fratello gemello. Ma quando? Dove? Se non me l’avevi mai
detto? È bello che il lettore possa rileggere e dire: “Ah, è proprio qui
l’indizio che mi ero perso”.
Non manca, anche in quest’ultimo testo di Antonio Manzini,
uno degli elementi caratterizzanti della sua prosa: l’ironia, come chiave di lettura
per capire meglio il mondo, la vita.
Tra aneddoti sull’elaborazione dei romanzi - quello che scrivo, lo leggo ad alta voce vicino ai miei quattro cani.
Se si sveglia Smilla qualcosa non va - e battute sulla personale scala di
valutazione delle rotture di scatole di Rocco Schiavone, è emerso chiaramente il lato ironico dello scrittore.
La presentazione si è conclusa con le numerose domande da
parte di un pubblico entusiasta, gli autografi di rito e un invito al prossimo
incontro, con la scrittrice Michela
Murgia.
Una bellissima iniziativa, che permette anche ai lettori liguri di potersi avvicinare ad autori famosi. Diciamolo, ci voleva. Attendo con ansia il prossimo incontro!
RispondiEliminaÈ vero, ci voleva proprio :)
EliminaIl programma è molto interessante. Spero che diventi un appuntamento fisso per gli appassionati liguri - e non solo - della letteratura!
Ps: Giovedì prossimo ci sarai?
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