Ma andiamo con ordine. Il romanzo è strutturato in capitoli
in cui si alternano le voci narranti di quattro donne: Hervör, Mía, Silja e
Karen. I loro destini si incroceranno nell’ambiente accogliente e caldo del
Reykjavik Café, punto di ritrovo nel buio gennaio islandese.
Il testo è un tripudio di luoghi comuni: c’è la ragazza che
va a letto con il professore, la disoccupata appena lasciata dal fidanzato in carriera,
la donna appagata dal suo lavoro, ma che ritrova puntualmente il marito tra le
braccia di un’altra e, per completare il quadro, la giovane che sembra solo una
fanciulla di facili costumi, ma che, in realtà, nasconde un profondissimo
trauma che la porta a eccessi di alcool e sesso ogni notte. Originalità, questa
sconosciuta.
Come se non bastasse, il lessico banale e lo stile scialbo
rendono pesante la lettura. Un esempio, preso dalla primissima pagina.
Reykjavík Café di Sólveig Jónsdóttir
La cosa
migliore da fare per lei poteva essere quella di dare una svolta alla sua vita
e andarsene per un anno o due. Sprofondare ancora di più nel passivo della
MasterCard e almeno spassarsela un po’. Avrebbe potuto trovarsi qualche
lavoretto mentre era in giro per il mondo. Raccogliere fiori di gelsomino per
le maison di profumi francesi, o magari chicchi di caffè in Colombia.
Raccogliere per giornate intere e nel frattempo trovare se stessa. Nel frattempo
lui quanto ci avrebbe messo a trovarne un’altra da portarsi a letto? Non molto.
Mentre lei era immersa nei fiori, nei chicchi di caffè e nella propria
consapevolezza spirituale lui si sarebbe fatto una storiella con qualche bionda
[…].
***
E mi direte: l’Islanda? No, dell’Islanda c’è poco o nulla. Non
se ne percepiscono i profumi, gli odori. Impera il freddo. Quello sì - nominato
più e più volte - e qualche commento a caso sugli islandesi, messo in bocca all’uno
o all’altro personaggio di turno. Se volete provare ad addentravi in questo
paese dominato da una natura ostile, allora dirigetevi verso i testi di Indriðason (La signora in verde, in
particolare). Letteratura di genere sì, ma che riesce a trascinarvi nella terra
dei ghiacci con una scrittura tagliente e una prosa che vi schiaccerà il cuore.
Se invece sentite il bisogno di rifugiarvi tra le pagine di un libro che vi
riscaldi, vi provi che, al mondo, un po’ di tenerezza e magia siano ancora
possibili, il mio consiglio cade su La donna dal taccuino rosso, dello scrittore francese Antoine Laurain. Un romanzo
scorrevole, una lettura intelligente. La dimostrazione che trattare una materia
semplice può essere infinitamente più
complesso di quanto si creda. E che, decisamente, non sia alla portata di
tutti.
Questo libro ultimamente lo vedo spesso su intenet, soprattutto Instagram. Anch'io mi sarei lasciata abbindolare dalla copertina e dal titolo, ma noi rifugiamo dalle banalità.
RispondiEliminaIo l'ho visto su Twitter. E mi sono lasciata abbindolare...
EliminaÈ raro che scriva recensioni negative. Scelgo con cura libri affini ai miei gusti. Ho sviluppato, nel tempo, una sorta di sesto senso :)
Qui ho preso una bella cantonata. Mi sembrava giusto, nel mio piccolo, segnalarlo.
Molto interessante questa recensione, non so perché, ma vengo attratta dalle recensioni negative come una calamita. Soprattutto perché, hai ragione, il titolo è evocativo, la copertina interessante e la trama attira. E proverò anche a leggere La donna dal taccuino rosso, sono curiosissima! Grazie Francesca.
RispondiEliminaGrazie a te, Malia! :)
EliminaAspetto un tuo parere su entrambi i libri. A presto!
Approvo la recensione negativa!
RispondiElimina(anche se non ho letto il libro...)
Così ci consigli cosa leggere e anche cosa non leggere (che è importante)...:)
ne vogliamo altre!! ;)
A.
Come dicevo a Marina (Little Miss Book), sono rari i casi in cui prendo delle cantonate.
EliminaIn questo caso, andava segnalato :)
Avevo sentito parlare del libro con una certa curiosità ma, non essendo il mio genere, non me ne ero curata più di tanto. Dopo questa tua recensione sarei quasi tentata di leggerlo solo per poterlo analizzare e riderci su... Quasi. Perché l'estratto preannuncia uno stile un po' troppo piatto per i miei gusti.
RispondiEliminaCondivido l'idea di non stroncare gli autori, specie se emergenti, ma in alcuni casi non si può proprio fare a meno di sconsigliare qualcosa, soprattutto quando viene presentato come un capolavoro e si rivela essere un disastro...
Sì, infatti. Anche perché, sul web, leggo solo recensioni positive. Sentire un'opinione diversa può aiutare nella scelta. Che poi, in realtà, è sempre del lettore...
EliminaIeri sono andata in libreria e stavo pensando di comprare questo libro, insieme ad "Annientamento". Meno male che ho cercato su Google e ho trovato la tua recensione, altrimenti avrei fatto un danno ;)
RispondiEliminaCiao Francesca :)
EliminaGrazie per il commento! Hai già iniziato a leggere "Annientamento"? Come ti sembra? Tra pochi giorni arriverà un articolo sul blog al riguardo :)
Scusa, mi sono persa il tuo commento :(
EliminaL'ho letto e l'ho anche recensito. Mi è piaciuto davvero tanto perché è strano forte (proprio schizzoide) però VanderMeer è molto bravo a rendere reale il mondo di cui scrive e a cancellare tutta la stranezza.
Non so se mi sono spiegata bene :P
Rieccomi a commentre questi articoli... dopo un periodo di complicati silenzi e stressanti avvenimenti...
RispondiEliminaFinalmente una stroncatura! E' ormai un po' che leggo con interesse questo blog... e mi chiedevo come fosse possibile che tutti i titoli che tiravi fuori fossero così belli ed interessanti... Io che invece sono così critico e difficilmente mi faccio prendere da un titolo (Shotgun Lovesong non mi ha ancora preso, ma non è periodo forse).
Per fortuna anche tu, cara redattrice, sei un'essere umano (ma essendo tu essere umano femmina... devo mettere l'apostrofo? quanto sono ignorante... nel senso che ignoro la grammatica italiana...) e mi regali queste gioie di recensioni, che mi aiutano a capire che la mia testa non funziona così male come sembra a volte (o siete voi giovani che state già perdendo il lume della ragione come me!).
Tanti teschi contro un'autrice (qui è giusto! sono sicuro!) che perde l'occasione di narrare le meraviglie naturali islandesi...
Ma da quanto tempo!!! Mi sono mancati i tuoi commenti anonimi, Zio Gabri :P
EliminaCome ho già scritto, negli anni ho sviluppato una sorta di sesto senso in fatto di libri. Qui, complice la copertina e la personale voglia di leggerezza, mi sono buttata a pesce e ho fatto non male, malissimo.
Detto questo: di grazia, cosa non ti convince di quel romanzo meraviglioso che è "Shotgun Lovesongs"??? :P